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Sistema DietaGIFT
L’obiettivo del trattamento delle intolleranze da “sovraccarico” alimentare è il ripristino di un efficiente “tolleranza immunitaria” ossia della capacità del sistema immunitario intestinale di modulare la reazione di difesa (infiammazione) verso le sostanze estranee dette antigeni, in questo caso gli alimenti non tollerati. Il sistema immunitario associato alla mucose, in particolare a quella intestinale, è l’apparato immunitario più esteso del nostro organismo e, a differenza di quello di altri distretti, non reagisce automaticamente verso gli antigeni. Questa capacità di “filtro” deriva dalla necessità di dover discriminare tra le sostante utili e quelle dannose contenute negli alimenti stessi o derivate da una loro cattiva digestione. Inoltre, non solo un’errata alimentazione ma anche lo stress nervoso è in grado di alterare la “tolleranza immunitaria” favorendo l’insorgere delle allergie alimentari di tipo ritardato.
Qui di seguito qualche chiarimento in risposta alle domande più frequenti sul fenomeno delle intolleranze da “sovraccarico” alimentare.
Quali sono le differenze tra i sintomi di un’allergia alimentare di tipo immediato e quelli di una di tipo ritardato? I sintomi di un’allergia alimentare di tipo immediato, l’allergia classica, ad esempio alle fragole, si manifestano in modo rapido ed evidente dopo alcuni minuti dall’ingestione dell’alimento. Essi possono variare dalla tipica orticaria fino alla grave reazione dello shock anafilattico. Invece, i sintomi delle allergie alimentari di tipo ritardato, in genere, sono meno acuti e si manifestano dopo parecchie ore o giorni dall’ingestione degli alimenti. Per tal motivo esse sono state anche definite allergie "nascoste" ed i loro sintomi, fino a qualche anno fa, erano attribuiti ad altre cause e non agli alimenti.
Come e quando si manifestano i sintomi da allergia alimentare ritardata?
I disturbi causati dalle allergie alimentari ritardate possono essere vari e numerosi e riguardare i diversi apparati dell’organismo. I sintomi compaiono in seguito al consumo ripetuto degli alimenti non tollerati (anche se in piccola quantità), mediamente dalle 24 alle 72 ore dopo la loro prima assunzione: ad esempio un’intolleranza al lievito di birra ed a tutti i prodotti fermentati (anche di quelli che hanno sviluppato un processo fermentativo spontaneo, ad esempio il pane azzimo) potrà manifestarsi dopo tre-quattro giorni di consumo modesto ma regolare di pane, yogurt, miele, formaggi, aceto e/o vino.
Quali sono i sintomi o i disturbi connessi allo squilibrio immunitario dovuto ad una o più allergie alimentari di tipo ritardato?
Le allergie alimentari di tipo ritardato provocano un’alterazione generale della risposta immunitaria intestinale, causando uno stato d’infiammazione permanente anche se di basso grado, che è stata correlata a diversi sintomi e disturbi, quali:
Sistema Nervoso Centrale - cefalea, ansia, astenia, insonnia, sonnolenza. Iperattività, nervosismo, scarsa concentrazione e attenzione, soprattutto nei bambini.
Orecchio/naso/bocca/gola - otite, ronzio, acufeni, vertigini, congestione nasale, rinite allergica, sinusite, poliposi, olfatto ridotto o aumentato, epistassi, afte, gengive gonfie, raucedine, laringite, faringite, tonsillite ricorrente.
Cuore/sangue/polmoni - aritmia, tachicardia, palpitazioni, ipertensione arteriosa, arterite, flebite, anemia, leucopenia, piastrinopenia, tosse persistente, asma allergica.
Stomaco/intestino - nausea, eruttazioni, gastrite, gonfiore addominale e flatulenza, stipsi, diarrea, colon irritabile, spasmi intestinali. Coliche gassose del lattante.
Vescica urinaria - minzioni frequenti, enuresi, cistite, candidosi, vaginite,
Ovaie - mestruazioni irregolari, sindrome premestruale, dismenorrea.
Pelle - prurito, orticaria, eczema, acne, micosi, dermatite atopica, dermatite seborroica, herpes ricorrenti.
Muscoli e articolazioni - debolezza muscolare, crampi e rigidità muscolari, tremore, dolori muscolari, artrite.
Inoltre il trattamento delle allergie alimentari di tipo ritardato può migliorare l’andamento delle patologie autoimmuni, quali: celiachia, psoriasi, artrite reumatoide, colite ulcerativa, morbo di Crohn, sclerosi multipla.
Quali sono le cause?
Le cause che possono danneggiare la “tolleranza immunitaria intestinale”, funzione basilare per la corretta assimilazione dei nutrienti, sono molteplici. Durante l’infanzia, il mancato allattamento al seno, le vaccinazioni, i trattamenti prolungati con antibiotici e cortisonici, le parassitosi intestinali e le gastroenteriti infantili.
Negli adulti, la cattiva masticazione, l’insufficienza digestiva, i disturbi intestinali, l’uso prolungato di farmaci antinfiammatori (FANS), la pillola anticoncezionale, gli interventi chirurgici e infine lo stress “nervoso” regolare e prolungato che in molti si manifesta con la cosiddetta sindrome del “colon irritabile”.
Tutte queste situazioni finiscono per logorare la “tolleranza immunitaria intestinale” favorendo l’innesco di reazioni infiammatorie deboli ma persistenti, come metafora si potrebbe pensare “alla brace coperta dalla cenere”. Tutto sembra apparentemente spento ma basta un po’ di benzina (un qualsiasi stimolo infiammatorio un po’ intenso come ad esempio uno stress acuto o una pasto abbondante) per riattizzare la fiamma cioè una reazione infiammatoria manifesta.
Come possono essere individuate le allergie alimentari di tipo ritardato?
Poiché la medicina convenzionale non riconosce il fenomeno delle allergie alimentari ritardate non esistono esami di laboratorio specifici. Tuttavia, nell’ambito delle medicine non convenzionali, esistono numerosi test per determinare con precisione e in breve tempo gli alimenti non tollerati. I test più diffusi sono: Il Vegatest, il DRIA (test kinesiologico computerizzato) ed il test citotossico.
Dopo aver individuato gli alimenti non tollerati, quali comportamenti alimentari è necessario adottare verso questi alimenti?
Il trattamento dietetico delle allergie alimentari di tipo ritardato, che è finalizzato al ripristino della tolleranza (immunitaria), prevede, dopo un breve periodo (4-5 giorni) di astensione dal consumo degli alimenti non tollerati, la loro progressiva e regolare reintroduzione. Quest’assunzione ad intervalli regolari degli alimenti non tollerati è definita “dieta di rotazione”. Essa viene attuata per un periodo variabile dai due ai sei mesi, al fine di permettere il recupero graduale della funzione di tolleranza verso gli alimenti non tollerati e quindi il loro successivo reinserimento in modo più regolare. Tuttavia l’evoluzione positiva del trattamento delle allergie alimentari di tipo ritardato implica l’attenta esclusione, nei giorni previsti detti anche “giorni di controllo”, dei cibi contenenti anche in minima quantità le sostanze alimentari “non tollerate”.
Che cosa può succedere durante una dieta di eliminazione e reintroduzione degli alimenti non tollerati?
Nella maggioranza dei casi si riduce lo stato infiammatorio di base (stato d’infiammazione minima persistente) e quindi si ha il miglioramento della sintomatologia.
Tuttavia, in alcuni casi, nella fase iniziale (1 - 2 settimane) si possono accusare sintomi, quali: stanchezza, mal di testa, stipsi o diarrea, aggravamento dei dolori articolari, ecc.
Questi disturbi, temporanei, sono dovuti sia all’eliminazione dei cibi non tollerati, per cui l’organismo abituato ad essi reagisce con una specie di “crisi di astinenza” sia ad una maggiore eliminazione di “tossine” che può determinare un temporaneo aggravamento dei sintomi infiammatori.
Dopo quanto tempo scompaiono i sintomi correlati alle allergie alimentari di tipo ritardato?
Quando si eliminano dalla dieta gli alimenti non tollerati, i primi risultati positivi in genere si riscontrano già dopo i primi 4-5 giorni, tuttavia per risultati più stabili ed evidenti sono necessari almeno 20-30 giorni. In particolare, se si è in sovrappeso, si può perdere rapidamente qualche chilo per la perdita di liquidi dovuta alla scomparsa della ritenzione idrica (uno dei sintomi tra i più frequenti delle allergie alimentari di tipo ritardato) ed avere una netta diminuzione dello stimolo della fame.
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